
Il pranzo di Pasqua è più costoso del solito per le famiglie italiane
Pasqua sempre più cara per le famiglie italiane. Le conseguenze degli aumenti dei listini nel comparto alimentare causati dalla guerra in Ucraina e, in generale, dall’incremento dei prezzi delle materie prime che si sommano al famoso caro bollette, si abbattono anche sulle spese per il pranzo di Pasqua. Secondo un’indagine condotta dall’associazione dei consumatori Codacons, infatti, per imbandire la tavola pasquale gli italiani spenderanno quest’anno complessivamente oltre 100 milioni di euro più del solito. Nello specifico, a parità di consumi, la spesa in previsione del a Pasqua passerà da 1,7 miliardi di euro del periodo pre-Covid a oltre 1,8 miliardi di euro quest’anno.
Ecco quali sono i prodotti ad aver subito i rincari più alti
Solo il comparto dei dolciumi (circa 31 milioni le uova di cioccolato consumate nel periodo di Pasqua e 25 milioni le colombe) vale complessivamente 400 milioni di euro. Ma analizziamo nel dettaglio quanto sono aumentati i prezzi dei prodotti tipici pasquali.
Iniziamo dalle carne d’agnello, quello che a Roma chiamano “abbacchio”, protagonista indiscusso della Pasqua di cui vengono consumate addirittura 4.500 tonnellate solo in occasione di questa festività: nel 2022 questo prodotto costa il 4,9% in più rispetto al 2021.
Le uova fresche, ingrediente principale di tanti dolci ma anche di pasta e torte salate, hanno subito un rincaro del 4,5%. Codacons parla di “400 milioni di pezzi venduti durante la Pasqua per un controvalore di 120 milioni di euro”.
Anche la farina, come le uova, è indispensabile per la preparazione di torte e paste. Il suo rincaro è pari al 10%.
Passiamo ora agli attori principali dell’antipasto: salumi e insaccati. Ammontano a 13.000 le tonnellate di prosciutti e salami consumati generalmente a Pasqua per i quali quest’anno si spenderà il 2,5% in più.
Il prezzo del burro aumenta addirittura del +17,4%. Lo zucchero costa invece il 5,6% in più, mentre pasta sale del +13%, la frutta del +8,1%, il pane del +5,8% e la verdura del +17,8%.
Ma è l’olio di semi ad aver subito il rincaro più alto: il suo prezzo è schizzato infatti al +23,3%.