
Due leggende sul dolce più natalizio che ci sia: il panettone
È uno dei dolci natalizi più noti al mondo: stiamo parlando ovviamente del panettone. Ma qual è la sua storia? Da dove arriva esattamente il panettone? Chi lo ha inventato? Ecco cosa abbiamo scoperto.
Come succede spesso con le cose buone e famose, sono diverse le leggende che si intrecciano attorno all’origine del panettone.
Il papà del panettone: il Pan de Toni
Secondo la più accreditata, il primo panettone fu sfornato quando su Milano regnava Ludovico il Moro, nel XV secolo. Poco prima del banchetto della Vigilia di Natale, il cuoco ufficiale della famiglia Sforza, fece bruciare erroneamente il dessert previsto per quella sera. Il suo sguattero Toni, per rimediare, prese dunque un panetto di lievito e lo lavorò insieme a farina, uova, uvetta, canditi e zucchero, fino ad ottenere un impasto molto lievitato e soffice. Il dolce che ne uscì fu apprezzato da tutti i commensali ed ebbe talmente tanto successo da essere ribattezzato con il nome di “Pan di Toni”, parola da cui è derivato secoli dopo il termine “panettone”.
Il panatton de Natal
Un’altra leggenda è quella che ritrova tracce dell’esistenza del panettone attorno al 1600. Sempre a Milano andava molto il “panaton de danedaa”: un dessert basso e non lievitato che ricordava molto il pandolce genovese. La sua ricetta venne perfezionata due volte: la prima, nel 1800, quando al dolce venne aggiunto il lievito e prese il nome di “panattón” o “panatton de Natal” – è a questo periodo che risalgono le sue prime tracce nella letteratura, come quella di Francesco Cherubini, che definisce il “panattón o panatton de Natal” come “una specie di pane di frumento addobbato con burro, uova, zucchero e uva passerina (ughett) o sultana, che intersecato a mandorla quando è pasta, cotto che sia risulta a molti cornetti. Grande e di una o più libbre sogliamo farlo solo a Natale; di pari o simil pasta ma in panellini si fa tutto l’anno dagli offellai e lo chiamiamo panattonin. Nel contado invece il Panatton suole esser di farina di grano turco e regalato di spicchi di mele e di chicchi d’uva”.
Il secondo perfezionamento è datato invece attorno al 1920, quando Angelo Motta, pasticcere e fondatore della nota azienda alimentare omonima, aggiunse alla ricetta anche il burro e avvolse il “panattón” nella carta paglia, come si usa oggi. Un’idea che gli venne prendendo ispirazione dal kulic, un dolce ortodosso che si prepara a Pasqua.