Food delivery: il successo e le prospettive future

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Solo in Italia il settore del food delivery vale oggi 1,5 miliardi di euro

Food delivery: un fenomeno di grande successo, più attuale che mai, esploso alle stelle dopo i lockdown dovuti alla pandemia. Ma continuerà a rimanere tale anche negli anni a venire?

Certo, la prima volta che avete descritto Glovo o Deliveroo alle vostre nonne, vi avranno probabilmente ascoltato educatamente per qualche minuto, per poi chiedervi: “Sembra carino, ma chi ne ha bisogno?”. Il cambiamento dei comportamenti e delle abitudini, in fondo, ha sempre suscitato dubbi. E poi il piacere del negozio di alimentari ha sempre il suo perché. Si sa: la spesa, la pianificazione del pasto e la cucina sono considerati faccende importanti da una buona fetta della popolazione.

Eppure, con la diffusione sempre più radicale di computer e smartphone, oggi spendiamo quasi ogni momento della giornata in linea, trasformando i dispositivi digitali negli strumenti di caccia ed analisi della nostra società. E così, nell’ultimo decennio, anche l’e-commerce del food si è insinuato nel nostro quotidiano, diventando la nuova forza trainante delle vendite di prodotti alimentari.

L’evoluzione del food delivery negli ultimi anni

Se fino a due decenni fa la consegna di pasti a domicilio era in gran parte limitata a cibi come pizza e pietanze cinesi, oggi il food delivery è diventato un mercato globale del valore di oltre 150 miliardi di dollari, che è più che triplicato dal 2017, raddoppiando le sue dimensioni negli Stati Uniti durante la pandemia (fonte: McKinsey).

Per Bloomberg, inoltre, le vendite di consegna dei pasti potrebbero in futuro raggiungere vette ancora più alte. Basti pensare ad Uber, azienda di delivery nata a San Francisco, che nel novembre 2020 ha acquisito Postmates con l’obiettivo di consolidare la sua quota di mercato e aumentare la redditività. Il gruppo sta anche cercando di diversificare la sua attività esistente, ad esempio lanciando un servizio di consegna a casa della spesa del supermercato. Lo stesso vale per Glovo, che in Italia consegna pure le medicine dalla farmacia.

O ancora: nel solo mese di agosto 2014, all’apice del suo boom, il sito tedesco Delivery Hero ha aumentato di 49 milioni di dollari i propri guadagni. Fondata alla fine del 2010, l’azienda è oggi presente in 50 paesi e quattro continenti, con oltre 500.000 ristoranti partecipanti. Ogni regione in cui la società opera ha il proprio sito separato in lingua originale e la relativa app per il telefono.

Tornando in Italia, secondo Food Affairs il settore del food delivery continua la sua corsa inarrestabile, registrando nel 2021 una crescita del 59% rispetto al 2020 e generando un valore di 1,5 miliardi di euro. 

Come ha spiegato Daniele Contini, Country Manager di Just Eat Italia, “la pandemia ha contribuito a consolidare il digital food delivery come servizio essenziale per i ristoranti, che hanno potuto mantenere aperta la loro attività durante i periodi di chiusura e hanno compreso i benefici della digitalizzazione del business. Infatti, Just Eat offre loro una consulenza costante per trasferire il loro know how sul digitale e aiutarli a incrementare il loro business. Oggi contiamo oltre 24.000 ristoranti partner sulla piattaforma e siamo attivi in più di 1.300 comuni, raggiungendo il 66% della popolazione italiana. Vogliamo continuare a garantire ai nostri clienti un’esperienza unica, dal momento dell’ordine alla consegna a domicilio dei loro piatti preferiti, migliorando costantemente il servizio e offrendo varietà e qualità nell’offerta, che oggi è rappresentata da oltre 90 cucine diverse”.

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