La Reggio Emilia nascosta: quali sono i segreti della città?

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Reggio Emilia è una città tanto bella quanto discreta e sconosciuta, in cui si sono espressi tanti artisti che però non hanno avuto la fama e la rilevanza storica che meritavano. Pensiamo a Guido Reni, il Raffaello del ‘600, o anche a Luca Ferrari, detto Luca da Reggio, pittore classico che può tenere il confronto con i pittori del ‘600.

Nonostante le sue bellezze architettoniche, la fama di Reggio Emilia è in qualche modo celata da altri centri vicini come Parma e Bologna. Reggio Emilia è una città che deve i suoi natali anche al più grande poeta di tutti i tempi, Ludovico Ariosto, che nonostante si sia poi espresso a Ferrara, amava profondamente la sua città d’origine tanto è vero che era solito visitarla periodicamente.

Conosciuta oggi per la sua gastronomia, per la qualità di vita e, internazionalmente, per gli “asili più belli del mondo”, Reggio Emilia è anche città d’arte. Ne sono simboli la seicentesca Basilica della Ghiara e il famosissimo Teatro Municipale Valli.

Nell’immaginario comune sembra che l’unico motivo per fare un salto da questa parti sia per le sue eccellenti specialità gastronomiche, oltre ai suoi monumenti e palazzi. E invece no: andiamo subito a scoprire la Reggio Emilia nascosta che pochi conoscono!

I segreti della città di Reggio Emilia

Targa commemorativa del Gromae Locus

Reggio Emilia è costruita a cavallo dell’antica via Emilia, e a testimonianza di ciò, è presenta una targa commemorativa del Gromae Locus, ovvero il punto esatto da cui ha avuto inizio la costruzione della città, tra il 187 ed il 185 a.C. Proprio in questo punto i romani piantarono la groma, ovvero l’asta utilizzata dal mensor per tracciare i due assi principali del nuovo insediamento: il decumano massimo, che corrisponde alla Via Emilia che va da Piacenza a Rimini e il cardo, che invece coincide con l’odierna Via Roma.

Il cedro del Libano

Uno dei simboli di Reggio, molto amato dagli abitanti, è l’enorme cedro del Libano che è possibile ammirare all’interno del Parco del Popolo. Conosciuto da queste parti come cedro dell’elefantini, questo meraviglioso esemplare spicca tra gli altri alberi poiché è il più antico e per l’ampiezza delle sue ramificazioni.

Collezione Maramotti

A Reggio Emilia è presente una collezione d’arte contemporanea, la Collezione Maramotti, in cui sono in esposizione più di duecento opere tra dipinti, sculture ed installazioni, rappresentative delle principali tendenze artistiche italiane e internazionali dal 1945 ad oggi, nella prima sede produttiva di Max Mara convertita in spazio espositivo.

Gli spazi della fabbrica, inoltre, sono firmati da architetti famosi come Patorini e Salvarani, spazi progettati per sfruttare al massimo illuminazione e ventilazione naturali, secondo un principio che oggi verrebbe definito eco-friendly ma che all’epoca era decisamente all’avanguardia.

Il Tricolore è nato a Reggio Emilia

Reggio Emilia è la città natale della bandiera del Tricolore. Infatti, il 7 gennaio del 1797 all’interno del Palazzo Municipale, in quella che è stata ribattezzata Sala del Tricolore, il Parlamento della Repubblica Cispadana scelse i tre colori del vessillo ufficiale, verde, bianco e rosso che rappresentavano rispettivamente, la speranza, la fede fraterna ed il sangue della passione e dei martiri.

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