Olio di semi di girasole: quali sono le alternative?

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L’olio di semi di girasole è sempre più introvabile e costoso? Ecco cosa scegliere al suo posto

Di olio di semi di girasole si sta parlando molto da quando è scoppiata la guerra in Ucraina. Kiev, infatti, detiene il 60% della sua produzione mondiale ed il 75% dell’export (fonte Mise). L’invasione da parte della Russia ha causato conseguenze devastanti sulla sua distribuzione. Gli effetti del conflitto, peraltro, si fanno sentire non solo sull’esportazione dell’olio di semi di girasole, ma anche sul suo prezzo, che rispetto a fine febbraio è salito addirittura del 70%.

Questo è un problema, soprattutto perché l’olio di semi di girasole è oramai ingrediente cardine di molte preparazioni alimentari come le conserve sott’olio, i prodotti da forno dolci e salati e gli oli da frittura.

Ma all’olio di semi di girasole esistono delle alternative. Tra gli stessi oli da seme, per esempio, troviamo:

  • olio di arachide: costituito dal 19% di acidi grassi saturi (palmitico, stearico, arachidonico), il 53% di monoinsaturi (oleico) ed il 28% di polinsaturi (linoleico), pertanto maggiormente stabile ai trattamenti termici;
  • olio di mais: possiede circa il 53% di acidi grassi polinsaturi (linoleico), il 32% di monoinsaturi (oleico) ed il 16% di saturi (palmitico e stearico), per cui è consigliabile il suo utilizzo a crudo;
  • olio di soia: dal punto di vista compositivo è simile all’olio di mais;
  • olio di colza: possiede il 63% di monoinsaturi (oleico), il 31% di polinsaturi (linoleico e linolenico) ed il 7% di saturi (palmitico, stearico).

C’è poi, ovviamente, l’olio di oliva, re della dieta mediterranea e costituito da acidi grassi insaturi (come l’acido oleico e il linoleico) e alcuni acidi grassi saturi (come il palmitico e lo stearico).
Tra i grassi animali, invece, troviamo i noti burro e strutto.

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