
Rappresentazione della nascita di Gesù ambientata nella Napoli settecentesca, il presepe napoletano si distingue perché mescola sacro e profano, ma anche spiritualità e vita quotidiana.
1) Non è ambientato in Palestina
E’ proprio Napoli la location del presepe partenopeo e non la Palestina. E’ la Napoli del ‘700, il periodo in cui l’arte presepiale visse la sua stagione d’oro, uscendo dalle chiese per entrare nelle dimore aristocratiche. Ricchi borghesi e nobili gareggiavano per allestire impianti scenografici spettacolari dove venivano riprodotte scene profane raffiguranti ambienti, situazioni e costumi della Napoli popolare.
2) La Natività si ispira a Pompei
La Natività è collocata sull’altura più elevata al centro del presepe, collocata tra le rovine di un tempio pagano che ricorda molto da vicino i ritrovamenti archeologici di Ercolano e Pompei, rappresentato da una colonna spezzata, simbolo della sconfitta delle falsi religioni idolatriche. Verso la grotta della Natività sono collocati i pastori del cammino, ovvero statuine maschili e femminili che portano in dono al Bambinello i beni della loro quotidianità.
3) Il frate francescano ed il pastore della meraviglia
Nel presepe napoletano è sempre raffigurato il frate francescano che fa la questua a favore del suo convento per le strade, ma vi è anche il pastore della meraviglia, un giovane con le braccia allargate e gli occhi pieni di stupore dinnanzi al Divino Neonato.
4) L’accampamento dei Re Magi
L’accampamento dei Re Magi è collocato ai piedi delle alture. Da queste parti è raffigurato un sontuoso banchetto, oppure una bettola con gli avventori che giocano a carte che, a causa dell’eccesso di vino e cibo, i commensali sono su di giri e si lasciano andare a comportamenti lussuriosi.
5) Il personaggio di Ciccibacco
E’ presente un personaggio particolare, Ciccibacco, la personificazione del Dio pagano Bacco. Col suo ventre prominente, il suo aspetto rubicondo è circondato da zampognari e suonatori di flauto che ricordano molto da vicino i riti dionisiaci in cui ci si abbandonava all’ebbrezza e all’eccesso.
6) Il demonio tentatore
All’interno del presepe napoletano sono presenti tre personaggi, considerati simboli del demonio tentatore: l’oste, il macellaio ed il cane. Sul proscenio sono raffigurate scene di vita quotidiana della Napoli settecentesca: i pescatori che rammendano le reti, le donne con le ceste sul capo al mercato, le massaie che in cucina accendono la legna nel focolare, le mamme che dondolano le culle con i loro pargoli.
7) Gli angeli bambini dal corpo di adulto
Nel presepe napoletano, gli angeli vengono rappresentati o come bambini oppure con il corpo da adulto. Tra gli angeli collocati sulla grotta di Betlemme si distingue quello al centro che reca tra le mani il cartiglio in cui si legge il canto angelico “Gloria in excelsis Deo”. Alla sua destra si colloca un altro angelo che normalmente viene raffigurato con il turibolo tra le mani mentre incensa il Divino Infante ed è chiamato la
“ gloria del Figlio”.
8) La gloria dello Spirito Santo
Una figura angelica presente sulla grotta è intenta a suonare la tromb, denominata la “gloria dello Spirito Santo”. A questi angeli se ne possono aggiungere ancora altri due: il primo angelo che esprime l’esultanza del popolo ed il secondo che mostra due piatti, simbolo del potere politico e religioso che vanno ad osannare il Bambinello Gesù.