Sapete bere l’ouzo come i veri greci?

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Ebbene sì: c’è un modo giusto e uno sbagliato per godersi l’ouzo

C’è una vera e propria arte dietro al consumo della bevanda greca per eccellenza, signore e signori. Stiamo parlando dell’ouzo, ovviamente. Abbiamo preparato per voi un elenco delle cose da fare e quelle da non fare – poiché nessuna visita in Grecia (ma nemmeno in un ristorante greco) è completa senza almeno un assaggio del deliziosissimo ouzo.

Partiamo come sempre dall’ABC: che cos’è l’ouzo?

L’ouzo è una bevanda alcolica dolce simile a un liquore. Si ottiene dai sottoprodotti dell’uva dopo che sono stati utilizzati per la vinificazione (principalmente le bucce e i raspi) che vengono distillati in un alcolico ad alta gradazione aromatizzato con varie erbe e spezie. L’ingrediente principale è l’anice, che gli conferisce il caratteristico gusto di liquirizia.

L’orgine del termine ouzo

Il nome “ouzo” ha tre possibili origini: dal greco “ózó” (odore), per il suo aroma caratteristico; dal turco “ūzūm” (uva); o dall’espressione dell’italiano antico “uso Massalia” (“ad uso Marsiglia), un timbro un tempo apposto sulle merci che sarebbero state esportate a Marsiglia. L’ipotesi più accreditata, comunque, è che la parola “ouzo” derivi dal turco. Ancora più importante, in base al regolamento europeo del 1989, l’ouzo, per essere denominato come tale, deve essere prodotto esclusivamente in Grecia.

Ouzo: ecco come berlo in modo corretto

1. Consumatelo quando fa caldo, in un pomeriggio assolato o in prima serata.

2. Bevetelo freddo, ma non mettetelo in frigo! Aggiungete al vostro bicchierino uno o due cubetti di ghiaccio. L’ouzo passerà così da limpido a “nuvoloso” mentre l’anice reagisce con il ghiaccio.

3. Non bevetelo tutto d’un colpo, ma assaporatelo piano piano (o la sbornia ve la ricorderete per sempre).

4. Consumatelo accompagnato da un piattino o due di mezedes, la versione greca delle tapas (si sposa benissimo con il polpo alla griglia, con i gamberi o i calamari; ma anche con carne, formaggi e verdure). Infatti, sempre a proposito di sbornie, bere l’ouzo a stomaco vuoto è una pessima idea.

6. Sebbene sia comunemente chiamato aperitivo (inteso come bevanda da consumarsi prima dei pasti), questo è un termine improprio. Bere ouzo, in Grecia, è un rituale culturale che ha un suo momento e un suo luogo speciale, di solito nel tardo pomeriggio o in prima serata, e sempre accompagnato da mezedes.

7. Come per i vini in Italia, non lasciatevi tentare dai marchi economici: sia la vostra testa che il vostro stomaco potrebbero pentirsene!

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